Il 17 maggio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DL n. 50/2022 (cosiddetto “DL Aiuti”). L’ampio corpus normativo (59 articoli) movimenta risorse per circa 16,7 miliardi agendo principalmente in tre ambiti: contenimento dei costi energetici e semplificazione per gli investimenti in energie rinnovabili; ripresa economica e supporto alle liquidità delle imprese; sostegno ai lavoratori nel contrasto all’inflazione.
In linea con i precedenti interventi normativi, anche il nuovo decreto appare connotato da misure di breve respiro, sebbene si intravedano primi elementi strategici sul fronte energetico. In tale prospettiva, positivi gli interventi in materia di energie rinnovabili, in particolare per la semplificazione delle procedure autorizzative e per l’individuazione delle aree idonee.
Da richiamare il potenziamento dei crediti d’imposta per imprese energivore e gasivore, anche se si conferma la natura congiunturale di tali interventi. Limitata ad un innalzamento dell’aliquota, invece, la modifica al contributo straordinario sugli extra-profitti del settore energetico, la cui disciplina è ancora bisognosa di interventi di miglioramento.
Sul fronte del sostegno alla ripresa, si segnala il potenziamento per il 2022 dei crediti d’imposta beni immateriali e formazione 4.0, nonché l’inserimento di misure a sostegno dell’internazionalizzazione e il rifinanziamento del fondo IPCEI.
Alcune misure riguardano il tema dei prezzi nell’esecuzione di contratti pubblici di lavori, ma resta assente un meccanismo di compensazione dei prezzi per gli appalti di servizi e forniture, più volte sollecitato da Confindustria.
Per quanto concerne il sostegno alla liquidità, il decreto reca misure moderatamente positive in materia di garanzie prestate da SACE e dal Fondo di Garanzia. Positive, ma da comprovare in fase attuativa, le norme che consentono la prestazione da parte di SACE di garanzie a condizioni di mercato.
Sul capitolo lavoro, da ultimo, gli interventi non appaiono in linea con le indicazioni di Confindustria volte a sollecitare un taglio strutturale del cuneo contributivo. Il Decreto, infatti, si limita ad introdurre un sostegno “una tantum” di 200 euro a favore di lavoratori dipendenti, pensionati e altre categorie entro determinate soglie reddituali (35.000 euro) e al rispetto di specifiche condizioni.
Per un’analisi di maggior dettaglio vi trasmetto una nota di aggiornamento che illustra e commenta il contenuto del provvedimento, attualmente trasmesso alla Camera dei Deputati per la prima fase del relativo iter di conversione in legge.