Confindustria ha diffuso la versione integrale dello studio ‘Modelli di business per l’utilizzo dell’H2 e lo sviluppo della filiera italiana’, approfondito dossier realizzato in collaborazione con Federazione ANIMA al fine di individuare nei possibili campi di applicazione dell’idrogeno rinnovabile le principali criticità, i benefici e le esigenze di intervento in termini di indirizzi di politica energetica e di interventi regolamentari sul mercato, sia con riferimento al quadro nazionale sia a quello europeo.
I risultati di questo lavoro di analisi – che pubblichiamo a questo link – erano stati oggetto di un apposito convegno organizzato a Roma, da Confindustria e ANIMA, il 5 e 6 giugno scorsi (qua la cronaca di HydroNews), durante il quale l’attenzione era stata concentrata soprattutto sui costi legati all’utilizzo di H2 come combustibile in alcuni comparti industriali ‘hard to abate’, in sostituzione del gas naturale.
Proprio da quel dibattito, era emersa con forza la necessità di poter contare su un sistema di sostegno pubblico mirato ad abbattere i costi operativi (opex) dei progetti di produzione di idrogeno green, per ridurre di conseguenza il gap di costo – attualmente ancora molto elevato – tra idrogeno rinnovabile e alternative fossili.
Tematiche che il dossier approfondisce ed ‘espande’, prendendo in esame l’impiego di H2 per la combustione e la generazione di calore di processo nel settore industriale, come feedstok nella raffinazione e bioraffinazione, come fuel nelle attività logistiche e come combustibile nel settore residenziale, individuando in ciascuno di tali casi benefici, criticità e raccomandazioni di policy. Il documento si conclude quindi con un focus sul futuro della rete di trasporto del gas, che potrà evolvere per trasportare anche i gas rinnovabili, come appunto l’idrogeno verde, e propone infine delle considerazioni di carattere generale formulate da Confindustria e ANIMA sull’argomento.